note di colore

ASPETTO SIMBOLICO E PSICOLOGICO DEL COLORE

Il linguaggio dei colori è internazionale e al di fuori di ogni cultura. Oggi, dopo aver sottoposto al Test dei colori centinaia di migliaia di persone negli Stati Uniti, in Europa, in Africa, in Giappone, in India e in Australia, sappiamo con matematica certezza che ogni specifico colore ispira il medesimo stimolo percettivo in ogni singolo individuo, indipendentemente dalla sua cultura.
Come la musica dà sensazioni e esprime le più sottili emozioni, allo stesso modo i colori, con la loro tonalità, intensità e luminosità, suscitano le medesime sensazioni specifiche in ogni individuo.
(Max Lüscher)

Chi ha sentito parlare di cromoterapia sa che la luce colorata può avere particolari effetti sull’organismo. Più volte si è tentato di adoperare la forza del colore per curare varie malattie nervose.
In generale il colore è un mezzo per influenzare direttamente l’anima. Il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’anima è un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima. E’ chiaro che l’armonia dei colori è fondata solo su un principio: l’efficace contatto con l’anima. Questo fondamento si può definire principio della necessità interiore.
(Wassily Kandinsky)

L’attrazione che si trova nel colore e nel suono fa sì che ci si domandi se non ci sia un mistero nascosto dietro di essi; se non ci sia un linguaggio di colore e di suono che potrebbe venire imparato. La risposta è che il linguaggio del colore e del suono è il linguaggio dell’anima, e che è il nostro linguaggio esteriore che ci rende confusi sul significato di questo linguaggio interiore. Il colore ed il suono sono il linguaggio della vita. La vita si esprime in tutti i diversi livelli dell’esistenza sotto la forma del colore e del suono, ma le manifestazioni esterne della vita sono così rigide e dense che il segreto della loro natura e del loro carattere viene seppellito al di sotto.
(Hazrat Inayat Khan)

Un'opera d'arte in bianco e nero può presentarsi raramente in pittura. Qualche esempio lo offrono le nostre incisioni. Queste sono pregevoli dal momento che consistono di forme e ombreggiatura, ma sono poco piacevoli per l'occhio, in quanto nascono da un'astrazione violenta. Ma appena l'artista si abbandona al proprio istinto, si annunzia subito un elemento di colore. A quest'impulso non seppe resistere nemmeno la scultura antica. Gli egizi coloravano i loro bassorilievi. Alle statue davano occhi di pietre colorate, a teste ed estremità di marmo aggiungevano vesti di porfido, usavano lo spato calcareo multicolore per i listelli dei busti.
(Johann Wolfgang Goethe)

BIANCO – NERO – GRIGIO

Il bianco, che spesso è considerato un non-colore è quasi il simbolo di un mondo in cui tutti i colori, come princìpi e sostanze fisiche, sono scomparsi. E' un mondo così alto rispetto a noi, che non ne avvertiamo il suono. Sentiamo solo un immenso silenzio che, tradotto in immagine fisica, ci appare come un muro freddo, invalicabile, indistruttibile, infinito. Per questo il bianco ci colpisce come un grande silenzio che ci sembra assoluto. Interiormente lo sentiamo come un non-suono, molto simile alle pause musicali che interrompono brevemente lo sviluppo di una frase o di un tema, senza concluderlo definitivamente. E' un silenzio che non è morto, ma è ricco di potenzialità. Il bianco ha il suono di un silenzio che improvvisamente riusciamo a comprendere. E' la giovinezza del nulla, o meglio un nulla prima dell'origine, prima della nascita. Forse la terra risuonava così, nel tempo bianco dell'era glaciale.

E come un nulla senza possibilità, come la morte del nulla dopo che il sole si è spento, come un eterno silenzio senza futuro e senza speranza, risuona dentro di noi il nero. Da un punto di vista musicale si può paragonare a una pausa finale: dopo, qualsiasi prosecuzione appare come l'inizio di un nuovo mondo, perchè ciò che con questa pausa si è compiuto è terminato per sempre: il circolo è chiuso. Il nero è qualcosa di spento, come un rogo arso completamente. E' qualcosa di immobile, come un cadavere che non conosce più gli eventi e lascia che tutto scivoli via da sé. E' come il silenzio del corpo dopo la morte, dopo il congedo dalla vita. Esteriormente è il colore con minor suono: su uno sfondo nero qualsiasi colore, anche se ha un suono flebile, sembra forte e preciso. Sul bianco, invece, quasi tutti i colori affievoliscono di suono, e a volte si dissolvono, lasciando solo una debole eco. Non a caso il bianco è il colore degli abiti che esprimono la gioia pura e la purezza immacolata. E il nero è il colore degli abiti di grave lutto, simbolo di morte.

L'equilibrio di questi due colori che si ottiene dalla loro mescolanza meccanica, forma il grigio. Naturalmente un colore che ha queste origini non può avere un suono esteriore o un movimento. Il grigio è silenzioso e immobile.
(W. Kandinsky)

L'esperienza insegna che ogni singolo colore dona un particolare stato d'animo.
I colori del lato del Più sono il giallo, il giallo-rosso (arancio), il rosso-giallo (minio, cinabro). Essi danno luogo a stati d'animo attivi, vivaci, tendenti all'azione.
I colori del lato del Meno sono l'azzurro, l'azzurro-rosso e il rosso-azzurro. Essi dispongono a uno stato d'inquietudine, di tenerezza e nostalgia.
(J. W. Goethe)

GIALLO

Il giallo è un colore di base, corrispondente al bisogno fondamentale di libera evoluzione. Il giallo è il colore preferito delle persone in cerca di condizioni alterate, liberatorie, che sognano di imbarcarsi per lunghi viaggi. Analogamente, chi ama volare, staccarsi dal suolo della realtà, spesso sceglie il giallo. Il giallo, in quanto soluzione, mutamento, liberazione, vasta spaziosità, contrasta con il verde, che è tensione, persistenza, solidità e spazio limitato. Visto che il giallo trasmette una sensazione di vastità, di cambiamento, di sviluppo, di liberazione e sollievo, è anche considerato il colore dell'illuminazione e della salvezza. In questi termini l'aureola del Cristo Redentore è gialla. Allo stesso modo i monaci buddhisti si vestono di giallo-arancio.
(M. Lüscher)

Allo stato di massima purezza il giallo contiene sempre in sé la natura del chiaro, e possiede una qualità, dolcemente stimolante, di serenità e di gaiezza. L'oro allo stato più puro ci dà, soprattutto quando luccica, un nuovo e alto concetto di questo colore. Allo stesso modo un giallo forte, se si presenta sopra una seta lucida, per esempio un raso, dà luogo a un'impressione di splendore e nobiltà. E' quindi conforme all'esperienza che il giallo produca un'impressione di calore e d'intimità. Per questo in pittura spetta alla parte illuminata e attiva.
(J. W. Goethe)

Sia il primo movimento del giallo, cioè la tensione verso lo spettatore, tensione che rafforzando il colore si intensifica fino a divenire insopportabile, sia il secondo movimento, cioè oltrepassare i limiti irradiando energia, si possono paragonare alle proprietà di una forza fisica che si rovesci istintivamente sull'oggetto e dilaghi da ogni parte. Del resto la visione diretta del giallo (in una qualsiasi forma geometrica) rende ansiosi, emozionati, eccitati e rivela la violenza del colore, che agisce prepotentemente su di noi. La tendenza del giallo ai toni chiari può raggiungere un'intensità insopportabile per lo sguardo e per l'anima. Un giallo così intenso è come il suono sempre più acuto di una tromba o quello sempre più assordante di una fanfara.
(W. Kandinsky)

BLU

Il blu è l'ideale di unità e armonia. E' l'attaccamento materno originale, la lealtà e la fiducia, l'amore e la devozione (da cui il mantello blu di Maria, Madre di Dio). Il blu è il simbolo dell'eternità senza tempo e dell'armonia nel tempo storico, e quindi della tradizione.
(M. Lüscher)

L'azzurro esercita sull'occhio un'azione singolare e quasi inesprimibile. Come colore è un'energia e tuttavia, trovandosi dal lato negativo, è per così dire, nella massima purezza, un nulla eccitante. Esso è, nell'aspetto, una contraddizione composta da eccitazione e di pace. Come vediamo azzurri il cielo alto e i monti lontani, così anche una superficie azzurra sembra arretrare dinanzi a noi. Come seguiamo un oggetto piacevole che ci sfugge dinanzi, così guardiamo volentieri l'azzurro non perchè ci aggredisce, ma perchè ci attrae a sé.
(J. W. Goethe)

La profondità la troviamo nel blu, sia in teoria (nei suoi movimenti di allontanamento dallo spettatore e di avvicinamento al centro), sia in pratica, se lo lasciamo agire, in qualsiasi forma geometrica, su di noi. La vocazione del blu alla profondità è così forte che proprio nelle gradazioni più profonde diviene più intensa e intima. Più il blu è profondo e più richiama l'idea di infinito, suscitando la nostalgia della purezza e del soprannaturale. E' il colore del cielo, come appunto ce lo immaginiamo quando sentiamo la parola «cielo». Il blu è il colore tipico del cielo. Se è molto scuro dà un'idea di quiete. Se precipita nel nero acquista una nota di tristezza struggente, affonda in una drammaticità che non ha e non avrà mai fine. Se tende ai toni più chiari, a cui è meno adatto, diventa invece indifferente e distante, come un cielo altissimo. Più è chiaro, meno è eloquente, fino a giungere a una quiete silenziosa: il bianco. Da un punto di vista musicale l'azzurro assomiglia a un flauto, il blu a un violoncello o, quando diventa molto scuro, al suono meraviglioso del contrabbasso; nella sua dimensione più scura e solenne ha il suono profondo di un organo.
(W. Kandinsky)

VERDE

Il giallo diventa facilmente acuto e non è mai molto profondo. Il blu difficilmente diventa acuto e non può sollevarsi a grandi altezze. Mescolando questi due colori diametralmente opposti in un equilibrio ideale si forma il verde. I movimenti orizzontali, quelli centrifughi e centripeti, si neutralizzano a vicenda. Nasce la quiete. E' la conclusione logica, a cui è facile giungere in teoria. Ma anche l'effetto ottico e, attraverso l'occhio, l'effetto psichico ce lo confermano. Il verde assoluto è il colore più calmo che ci sia: non si muove, non esprime gioia, tristezza, passione, non desidera nulla, non chiede nulla.
(W. Kandinsky)

Il verde corrisponde alla stabilità, alla solidità, alla costanza, alla persistenza, all'elasticità della volontà e, per quanto riguarda il sentimento di sé, a un senso di autostima. Il verde corrisponde a un autentico senso di stabile autostima, quello della gente che è pronta ad affrontare ogni sfida, che venga dall'interno come dall'esterno, e ha il coraggio delle proprie convinzioni.
(M. Lüscher)

Quando il verde assoluto perde il suo equilibrio, si alza verso il giallo e diventa vivo, giovane, gioioso. La mescolanza col giallo gli dà nuova forza. Se invece si oscura per un eccesso di blu ha un suono completamente diverso: diventa serio e per così dire pensieroso. Anche in questo caso interviene un elemento attivo, ma tutt'altro che caldo. Divenendo più chiaro o più scuro il verde conserva l'indifferenza e la quiete originarie, ma poiché queste variazioni dipendono da un'aggiunta di bianco e nero, è naturale che si evidenzi nel primo caso l'indifferenza e nel secondo la quiete. Da un punto di vista musicale esprimerei il verde assoluto con i toni calmi, ampi, semigravi del violino.
(W. Kandinsky)

ROSSO

Il rosso come piacere è amore, appetito, forza; il rosso come dispiacere è furia, disgusto, ipereccitazione. Il rosso è eccitante, ecco perché ha sempre un impatto su chi lo osserva. Perciò il rosso è il colore dei mantelli dei re e dei cardinali e, un tempo, dell'orlo della toga senatoria. Nel simbolismo religioso il colore viene usato in maniera molto significativa: rossa è la fiamma dello Spirito Santo. Rossa è anche la bandiera della Rivoluzione Russa. In effetti, essenzialmente, il rosso è rivoluzione, sollevamento, energia in movimento. Il rosso, in quanto eccitazione, stimolazione, attività, divertimento e forza creativa, è il colore simbolico di colui che sa come usare la propria forza e capacità. E' il colore della forza e della sicurezza di sé.
(M. Lüscher)

Si escluda da questa denominazione tutto ciò che, nel rosso, potrebbe dar luogo a un'impressione di giallo o di azzurro. Ci s'immagini invece un rosso completamente puro, un carminio perfetto, essiccato su un piattino di porcellana bianca. L'azione di questo colore è particolare come la sua natura. Esso dona un'impressione tanto di gravità e dignità che di clemenza e grazia.
(J. W. Goethe)

Il rosso che di solito abbiamo in mente è un colore dilagante e tipicamente caldo, che agisce nell'interiorità in modo vitalissimo, vivace e irrequieto. Senza avere la superficialità del giallo, che si disperde in tutte le direzioni, dimostra un'energia immensa e quasi consapevole. In questa agitazione e in questo fervore introversi, poco rivolti all'esterno, c'è per così dire una maturità virile. Il rosso caldo chiaro dà sensazioni di forza, energia, tensione, determinazione, gioia, trionfo. Da un punto di vista musicale ricorda il suono delle fanfare con la tuba: forte, ostinato, assordante. Il rosso medio ha la stabilità di un sentimento profondo: è come una passione che arde senza scosse, una forza sicura di sé che non è facile soffocare, ma si può spegnere nel blu come un ferro infuocato nell'acqua. Il rosso cinabro suona come una tuba e si può paragonare ad un forte rullo di tamburo.
Come ogni colore fondamentale freddo, anche il rosso freddo può acquistare profondità. Allora cambia anche carattere: sembra più passionale, meno dinamico. Il dinamismo, però, non scompare completamente: rimane il presentimento, l'attesa di una nuova dirompente esplosione, come qualcosa di mimetizzato ma ancora vigile, capace di emergere improvvisamente. Ricorda i toni appassionati, medi gravi del violoncello. Il rosso freddo, quando è chiaro, diventa ancora più corporeo, esprime una gioia adolescenziale, come una fanciulla fresca, giovane, innocente. E' un'immagine che si può facilmente tradurre in musica coi toni più alti, chiari e cantabili del violino.
(W. Kandinsky)

ARANCIONE

Il rosso caldo, rafforzato dal giallo che gli è affine, forma l'arancione. Con questa mescolanza il movimento interiore del rosso si tramuta in un movimento che s'irradia e si disperde all'esterno. Il rosso è molto importante nell'arancione e gli infonde un senso di serietà. L'arancione è come un uomo sicuro della sua forza, che dà un'idea di salute. Il suo suono sembra quello di una campana che invita all'Angelus, o di un robusto contralto, o di una viola che esegue un largo.
(W. Kandinsky)

Il lato attivo si presenta qui nella massima energia, e non stupisce che questo colore sia amato soprattutto da uomini energici, sani, rudi. L'inclinazione ad esso è stata chiaramente osservata in popoli primitivi.
(J. W. Goethe)

VIOLA

Se, quando il rosso si avvicina allo spettatore nasce l'arancione, quando si ritrae nel blu nasce il viola, che tende appunto ad allontanarsi da chi guarda. Il viola dunque è un rosso fisicamente e psichicamente più freddo. Ha in sé qualcosa di malato, di spento (cenere di carbone!), di triste. I Cinesi lo usano come segno di lutto. Assomiglia al suono del corno inglese, delle zampogne, e quando è profondo, al registro grave dei legni (per esempio del fagotto).
Viola e arancione che si ottengono sommando il rosso al giallo o al blu, hanno una forte instabilità. Quando i colori si mescolano tendono a perdere l'equilibrio. Sembra di osservare un funambolo che deve stare continuamente attento a bilanciarsi fra due parti. Dove comincia l'arancione, e dove finisce il giallo o il rosso? Qual'è il confine che separa il viola dal rosso e dal blu?
(W. Kandinsky)

Agli uomini il colore dona, in genere, grande diletto. L'occhio ne ha bisogno come ha bisogno della luce.
(J. W. Goethe)

E' chiaro che tutte queste osservazioni sui colori semplici sono provvisorie e grossolane, come pure i sentimenti con cui li abbiamo definiti (gioia, tristezza, ecc.). Questi sentimenti sono stati d'animo fisici. Le tonalità cromatiche, come quelle musicali, hanno invece un'essenza più sottile, danno emozioni più sottili, inesprimibili a parole. Forse ogni tono troverà col tempo un'espressione materiale, verbale. Eppure, ci sarà sempre qualcosa che la parola non può rendere compiutamente, e che non è il superfluo, ma l'essenziale.
(W. Kandinsky)

ドリサ

Riferimenti Bibliografici
Hazrat Inayat Khan “Il misticismo del suono” 1923 – Edizioni Mediterranee 1994
Johann Wolfgang Goethe “La teoria dei colori” 1810 – Edizioni Il Saggiatore 1993
Max Lüscher “La persona a quattro colori” – Edizioni Astrolabio 1993
Wassily Kandinsky “Lo spirituale nell’arte” 1909 – Edizioni SE 1989


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